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Restauro URENDO Nella primavera del 2001 avevo saputo da Carlo Casale che in una cascina di Somma Lombardo di proprietà di Sergio Cunati, appassionato raccoglitore di cimeli aeronautici, c’era un EC 38/56 URENDO, progettato dall’Ing. Edgardo Ciani nel 1956. Mi recai con Bruno Biasci e Roberto Martignoni a Somma Lombardo da Sergio Cunati e lì, sotto un portico ed in mezzo ad una catasta di legna, trovammo l’URENDO tipo B con marche I-AVMI, il primo prototipo dotato di flap. Era capitato lì dopo che l’ anziano volovelista Carlo Carrera, che in
gioventù era appartenuto al gruppo Dal Molin di Varese e che aveva partecipato
al mitico lancio d’alianti dal Campo del Fiori, aveva portato l’ aliante
presso un gruppo di aeromodellisti di Somma con l’ intenzione di trasformarlo
in moto-aliante. L’idea era di applicare due motori dorsali in corrispondenza
della radice delle ali, fissati ai longheroni, idea che risultò presto
impraticabile e che venne abbandonata non prima però di aver rimosso un
pannello alla radice dell’ ala per studiare la modalità di fissaggio degli
eventuali supporti per il fissaggio dei due motori. Il primo a vederlo ed esprimere un parere positivo, è stato Felice Gonalba che parecchi anni prima l’aveva costruito nel suo laboratorio e quindi conosceva la macchina nei suoi minimi particolari. Un secondo parere favorevole per un eventuale restauro arrivò dall’amico Svizzero Werner Roth, che al suo attivo aveva già il restauro di uno Spyr V, un Kranich IIB ed on Ka4 Rhonlerche. Werner, si offrì anche di dare una mano e così si portò a casa i piani di coda, i due sedili, il pattino ed una parte di particolari metallici. |
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02 - Cunati Biasci Zorzoli |
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In uno di questi soggiorni venne deciso il nome “URENDO Pare che la
vecchia balia della signora Ciani recatasi a visitare la figlioccia, nel
descrivere un regalo di nozze ricevuto da sua figlia, un copriletto a
lei apparso bellissimo, si esprimesse: ”Una cuverta propri URENDA”URENDO
nel vecchio dialetto Arlunese significava bellissimo nel senso di “Tutto
d’ Oro” (Oro ha una R Orrendo ne ha due). Il Ciani, approfittò dell’ ambiguità
interpretativa del termine nel senso di bellissimo per la creatura del
progettista ed orrendo per il taglio essenziale-economico del progetto.
L’ala e l’impennaggio orizzontale, a struttura in legno e compensato,
erano stati fortunatamente protetti da un porticato ventilato e da buoni
strati di stucco e vernice alla nitro. L’ala sinistra presentava alla
radice sul ventre, tra longherone e diagonale, un’apertura richiusa in
modo scorretto. Anche la struttura metallica della fusoliera in tubi saldati era stata
ben conservata dalla verniciatura e dall’ intelatura all’esterno e dalla
oliatura a suo tempo ben eseguita all’interno. |
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10 - Del Pio Martignoni Zorzoli |
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13 - Gli Autori |
14 - Lino collaudatore |
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Finalmente, dopo la visita ispettiva del funzionario dell’ ENAC, è arrivato
il momento di effettuare le prove di volo. In gioventù, Lino non si era accorto di un abitacolo così poco comodo. Sarà perché le articolazioni erano più agili, ma certo è che anche le fusoliere nel frattempo sono cambiate. Sono cambiati gli alianti ed è cambiato il Volo a Vela. E l’ URENDO ha fatto segnare un nuovo passo verso i nostri voli d’oggi allora impensabili. Col Canguro se ti avvicinavi ai 100 km/h scendevi oltre i 2 m/sec., con l’ URENDO andavi a 100 km/h scendendo meno di 1,5 m/sec. Walter Vergani a quei tempi scriveva su Volo a Vela: “..ma nessuno certamente, dopo il primo sguardo, pensò che con esso si potesse filare a 100 km/h, scendendo poco più di 1m/sec…, e che i traversoni a 150 costassero soltanto la perdita di quota di soli 3 m/sec, permettendo di vincere facilmente il vento contrario e di effettuare dei rapidissimi rientri in campo anche a quote minime”. Così si è incominciato a spingere la cloche in avanti ed a prendere in considerazione l’altra parte della polare. |
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15 - Urendo finalmente in volo |
16 - Urendo in volo |
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