La mia storia:
Sono nato nel bel mezzo della seconda guerra Mondiale.
I miei primi e pochi giocattoli erano semplici e fatti di legno.
La scelta a quei tempi non era ricca come ai giorni nostri.
Mi ricordo, anche perché li conservo ancora,
una piccola carriola di legno,
un carretto trainato da un paio di buoi ed un piccolo giocattolo di metallo a molla,
raffigurante un fattorino d’albergo con il suo carretto a pedali per fare le commissioni.
A guerra finita le cose hanno cominciato ad andar meglio ed è arrivato finalmente come regalo di Natale un Meccano.
Uno dei primi lavori costruiti con il Meccano è stato un aeroplano,
ma ahimè non potevo certamente pretendere che volasse.
Soltanto verso la fine delle scuole medie ho scoperto il legno di balsa e mi sono così avvicinato al Modellismo,
quello vero col quale si poteva pretendere di volare veramente.
Ogni domenica, un gruppo di ragazzi più grandi di me
si esibiva in una piazzetta del paese con modelli a motore per il volo vincolato ed io
ero lì puntualmente che li divoravo con gli occhi e con un pizzico d’invidia.
All’età di quattordici anni, dopo alcuni tentativi non ben riusciti con modelli ad elastico,
sono finalmente riuscito a costruire un modello d’aliante di circa 1,20 m d’apertura alare
che volava abbastanza bene,
ma forse perché non centrato correttamente,
ben presto terminò la sua stagione di volo.
Purtroppo debbo dire che nessuno dei miei amici d’allora
s’era entusiasmato come me per il modellismo ed i ragazzi più grandi facevano gruppo a sé,
quindi il mio entusiasmo era destinato ad attenuarsi,
e così accadde, anche se in cuor mio un po’ di nostalgia è sempre rimasta.
Dopo aver terminati gli studi,
ho trovato un lavoro e mi sono trasferito a Milano.
Un giorno, durante un viaggio di lavoro, ho visto nell’edicola della stazione una rivista di modellismo
e non ho resistito al desiderio di acquistarla.
La passione per il modellismo non era completamente estinta,
anzi sembrava proprio fosse lì per esplodere più forte di prima.
La copertina di quella rivista portava la foto di un Bowlus Baby Albatross pronto per essere lanciato da un pendio.
Mi resi conto che quel modello non era nato dalla fantasia e dai calcoli di un esperto aeromodellista,
ma bensì riproduceva in scala un aliante veramente esistito e forse esistente ancora.
Quanto lavoro in quel modello di poco più di tre metri d’apertura alare,
ma che soddisfazione poterlo costruire e vederlo volare con l’aiuto di un radiocomando.
Mi sono letto quell’articolo un’infinità di volte prima di decidermi ad imbarcarmi nella
nuova avventura dei modelli in scala radio assistiti.
Poi mi sono buttato a capofitto nella costruzione di quel modello.
Nulla poteva ora fermarmi.
La prima realizzazione in scala 1: 5 presa da un disegno di una rivista tedesca,
seguita poi da una riproduzione in scala 1:4 con un apertura di quasi quattro metri.
Il massimo per un modellista di riproduzioni in scala è di potere riprodurre anche i più piccoli dettagli,
vedendo e magari fotografando l’aliante originale.
Attraverso una serie di ricerche che non sto a raccontare,
sono venuto a sapere che il Baby Albatross,
progettato nel 1937 da Hawley Bowlus, esisteva ancora e volava tranquillamente negli Stati Uniti.
Approfittando di un mio viaggio di lavoro negli Usa e con un piccolo ritocco al piano di volo,
sono riuscito a fare una capatina ad Hemet in California,
dove in quei giorni aveva luogo un raduno di alianti d’epoca denominato “Western Regatta”.
A questo raduno prendeva parte anche il mio tanto sospirato Baby Albatross in carne ed ossa,
o meglio in legno e tela.
Ospite d’onore di quel raduno, Ruth Bowlus, vedova di Hawley Bowlus.
Ruth fu sorpresa della mia presenza.
Non poteva credere che un Italiano avesse fatto tutto quel viaggio per vedere l’aliante progettato da suo marito.
Come ricordo della mia visita, Ruth mi ha regalato il manuale di costruzione del Baby Albatross,
che era stato concepito a quei tempi come scatola di montaggio alla modica cifra di $ 75.00.
Durante quell’occasione ho anche fatto il battesimo dell’aria in aliante,
facendo un breve volo su uno Slingsby T-21.
Da allora in poi da semplice aeromodellista mi sono trasformato in “passeggero specializzato”
e tutti gli alianti d’epoca biposto, e soltanto loro, che mi sono capitati a tiro, sono stati miei.
Ho iniziato così a partecipare ai vari raduni di Alianti d’Epoca che si svolgevano in varie parti del mondo,
grazie anche al mio lavoro che mi vedeva con la valigia in mano parecchie volte al mese.
Mi sono iscritto alle varie organizzazioni Vintage,
prima fra tutte la Vintage Glider Club (VGC),
fondata in Inghilterra da Chris Wils nel 1973 e che oggi conta oltre 1000 iscritti da tutte le parti del mondo.
La Vintage Sailpane Association, sorta negli Stati Uniti qualche anno dopo ed infine il Club Dedale francese.
Ho conosciuto tantissime persone appassionate come me di alianti storici ed ho intrattenuto con gli stessi
corrispondenza e scambio d’informazioni.
Il mio interesse per gli alianti d’epoca è così cresciuto non soltanto per l’aspetto Volo in sè,
ma anche e soprattutto per l’aspetto storico.
Ho iniziato così a raccogliere libri sul volo a vela dai suoi albori e a recuperare vecchie riviste,
materiale fotografico e disegni che illustrassero quelle meravigliose macchine
che hanno tracciato la storia del volo senza motore.
Da quel mio primo viaggio del 1993 ad Hemet in California
alla scoperta del Baby Albatross ad oggi,
penso di aver percorso molta strada e di aver appreso molte cose sugli alianti d’epoca e
sui loro costruttori e progettisti e di aver creato un discreto archivio storico.
Penso tuttavia che questo sia solo l’inizio.
Ampliando il mio orizzonte con sempre nuovi contatti penso di potermi immergere
sempre più a fondo nell’affascinante campo del volo silenzioso.
Da buon Italiano, credo di conoscere meglio la storia del volo a vela in Itala rispetto a quello d’altri paesi.
Sarò lieto di offrire ciò che so ed ho imparato fin d’ora a chi volesse mettersi in contatto con me.
A proposito di storia del volo a vela in Italia, ho scritto un libro intitolato:
“Asiago, la nascita del volo a vela in Italia”.
Eccomi a TibenHam (Inghilterra) nell' Agosto 2001 al raduno VGC
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Questo sono io a 14 anni con il mio primo modello d'aliante
Il Baby Albatross in scala 1:5 prima d'essere intelato
Foto ricordo prima del collaudo da un pendio a Folgaria
Hemet, Ca (Usa). La Signora Ruth Bowlus, vedova di Hawley Bowlus.
Il mio sogno si è avverato. Ecco un vero Baby Albatross
La pubblicità della ditta Bowlus offriva il kit del Baby Albatross a soli $ 75.00
Elmira (Usa), luglio 1995...il vero pilota è nel sedile posteriore
Kiuju (Giappone), Ottobre 2002. Il Passeggero Specializzato è pronto al decollo.
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